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Perché ci manca così tanto la DPG del 2016

  • Immagine del redattore: Visconti Dimezzato
    Visconti Dimezzato
  • 15 apr 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

DPG triplo sette, in strada come gli alfieri

Scacco matto, soldi e libertà per i miei fratelli

- 3 metri,Tony Effe, Dark Side (prod. Sick Luke) Crack Musica, 2016



Non importa dove fossimo e che cosa stessimo facendo nel 2016, ma ci dovremmo ricordare tutti senza problemi di quando è esplosa la Dark. In quell’anno non era “esplosa” nel senso del successo, non era esplosa come avrebbe fatto l’anno dopo, che è stato l’anno della firma con Universal, della serie su di loro prodotta da Tim, dei sempre più lunghi e frequenti periodi di permanenza a Milano. Il 2016 è stato l’anno di nascita ufficiale della trap italiana, con Sfera Ebbasta, Tedua, Izi, Rkomi, eccetera eccetera. La Dark, che aveva contatti con tutti loro, a mio avviso, almeno a quel tempo, era una storia completamente diversa. La prima volta che ascoltai una loro canzone era il 2015, stavo in seconda media, e si trattava di Totti e De Rossi. Me l'aveva fatta sentire un mio compagno di classe di Monti ( ora sta in IE, bella per Carletto). La parte di tutta la canzone che mi colpì di più era nella strofa di Pyrex:

Santa Madonna proteggi il Rione

Bambini e vecchi fuori la parrocchia

Dio per le strade, mettiti in ginocchio”

Cosa c’è in queste tre barre che Pyrex aveva e che gli altri (scarsi) pionieri della trap in Italia potevano solo sognarsi? A 13 anni non ci ho fatto molta attenzione, ma quel primo ascolto mi aveva lanciato davanti alla Chiesa di Santa Madonna dei Monti sotto una pioggia di lean e cime di OG Kush. Restai affascinato dal loro eclettismo che è stato giustamente bollato come “barocco” nel fondere la trap alla vita rionale, che nel panorama musicale romano come altro rappresentante ha ad oggi e aveva al tempo solo la 126. Sta di fatto che più la Dark cresceva più io ostentavo nei suoi confronti un’avversione e un rifiuto tanto aggressivi quanto infantili e faziosi. Lo facevo per partito preso: nonostante mi piacesse, tanto che mi ascoltavo tutte le canzoni appena venivano pubblicate, dicevo che faceva cagare. Alle medie mi riconoscevo e aderivo al 100% a quella parte di ascoltatori di rap italiano, schieramento oggi fortunatamente estinto o quasi, chiamati “puristi”. Giustamente vi starete chiedendo che cazzo c’entra cosa mi ascoltassi nel 2016 con il titolo dell’articolo, ma per ripercorrere quell’anno fondamentale per la DPG, quindi anche della storia della musica italiana (e non sto esagerando) bisogna ricordare che, come tutti i fenomeni migliori, divise con violenza in due fazioni opposte il pubblico come la critica. Anche fuori dal giro rap moltissimi dicevano che la Dark non andava a tempo, non chiudeva le rime, che si reggeva in piedi solo grazie alle basi di Sick Luke e altre stronzate insensate partorite da una mentalità chiusa, una visione di arte ingessata e dogmatica, oppure semplicemente da una scarsa sensibilità. Che la Dark sarebbe stato uno spartiacque, non solo nella musica ma nell’immaginario stesso della cultura Hip Hop è stato chiaro fin da subito, e come tutte le novità, come tutte le rivoluzioni quando scoppiano fanno paura. “Spacciano sta merda omologata per rivoluzione” rappa Masito dei Colle der Fomento nel loro ultimo disco, Adversus, 2018. I “fondatori” della tradizione del rap romano, punto di riferimento per la vecchia guardia e non solo. È legittimo e comprensibile reagire così di fronte alla loro goliardia iperbolica e sfrontata, alla relativizzazione e all’offesa degli incrollabili valori assoluti dell’Hip Hop, della realness, della street credibility, che sparare cazzate è peggio di fare musica brutta, che per fare rap è imprescindibile una prospettiva di critica sociale, lo sguardo di odio e rabbia che la periferia rivolge al centro. La Dark è stata anarchica, ha deciso per prima che ognuno con la musica fa il cazzo che gli pare, l’unico criterio che può avere senso è la differenza tra quella fatta bene e quella fatta male. Nel 2016 la DPG ha realizzato quello che tutta la nuova scena trap italiana non riuscirà a fare in decine di lunghe, ricche e travagliate carriere musicali. Perché oltre ad arricchirsi davvero (almeno questo è quello che dichiara Wayne, che i soldi veri lui non li ha visti prima della musica, con lo spaccio di cocaina come millanta Tony, ma è diventato ricco sul serio grazie a quello che ha alzato con i dischi) hanno cambiato nei suoni come nei temi, gli unici insieme a Ketama siano riusciti a portare una trap in Italia marcatamente diversa dal pedissequo scimmiottamento dei trend d’oltreoceano. Forse solo Oh Madonna (2017) nell’infinita discografia della trap italiana è al livello della Trilogy (i dischi usciti nel 2016, per i meno fan: Crack Musica, Succo di Zenzero e The Dark Album) e alcune perle di Full Metal Dark.





Spiegare agli ascoltatori di trap del Visconti che cos’è stata la DPG è come quando Tony compra un altro chilo: porta sabbia alla spiaggia. Sono cose che sapete tutti benissimo, ci siete cresciuti. Ma ricordarle può alleviare come aggravare il dolore. Perché è inutile nasconderlo, almeno io ho serie difficoltà a ascoltare tutto quello che Tony, Pyrex e Wayne hanno prodotto senza Side. È come se lo spirito della Dark fosse rimasto solo in lui mentre gli altri si sono abbandonati alla commercializzazione totale. Loro se ne sono andati a Milano mentre Side abita ancora in Viale Glorioso, e quando si affaccia al suo balcone sugli scaloni viene acclamato con stima dai pischelli postati a fumare. Pensandoci la musica di Side nonostante, o forse proprio perché ha perso molto della lucidità di un tempo è anche migliorata, ha raffinato metrica e stile di scrittura. Risalta rispetto a quello dei suoi ex colleghi perché loro non suonano per niente come nella Trilogy, mentre lui è rimasto a fare quella vita, con quella mentalità, è restato coerente. Inutile dire che non è la stessa cosa: Arturo è un disco bellissimo, ma non ci dà gli stessi brividi di Crack Musica, da solo non può arrivare alla stessa combinazione micidiale, alla stessa caratura mitologica di quando trappavano tutti insieme, e ci riempie di nostalgia, vogliamo, pretendiamo che quell’età dell’oro torni, che tornino a scrivere la storia. Sui social si vocifera per alcuni insufficienti indizi sui profili instagram di Side, di Tony e di Luke (che potrebbe benissimo servire da ponte per la ricongiunzione) di un Crack Musica 2. Inoltre, la piattaforma, schifosamente parassitaria che lucra sui gossip della scena, Social Boom, ha pubblicato il video di una diretta instagram di Side dove in studio da Luke si sente la voce di Pyrex in sottofondo. Io sono così disperato, non so voi. Sembra comunque un sogno troppo bello per avverarsi ed è meglio restare scaramantici. Comunque vada non smetteremo di pomparci la Trilogy e discutere quale dei tre dischi sia venuto meglio, io non riesco a scegliere.

di Ismaele Calaciura Errante



 
 
 

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