Occupazione e autogestione: l'altra faccia della medaglia di un binomio che non ha funzionato.
- Visconti Dimezzato
- 26 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Il Visconti Dimezzato è un giornale d'opinione: in questo articolo viene esposta l'opinione degli studenti contrari all'occupazione. Per avere una visione equilibrata e imparziale siete pregati di leggere anche l'editoriale di Ismaele Calaciura Errante, "apologia dell'occupazione, analisi della sconfitta". Buona Lettura!

Premetto che credo che sia importante protestare, e sono contenta che noi giovani ci interessiamo di politica e attualità.
Questa è la mia opinione, mia e di molti altri.
Quando la mattina dell'undici febbraio ho letto il documento degli studenti, personalmente non ho avuto niente da ridire: i motivi erano più che validi, e li sostenevo. Nonostante ciò, davanti alla questione dell’occupazione, mi sono trovata di fronte a un bivio: da una parte, capivo e condividevo la necessità degli studenti di protestare, dall’altra però, mi chiedevo se durante la pandemia quello dell'occupazione fosse il giusto mezzo.
Supponiamo che durante l’occupazione sia mantenuto il distanziamento: i bidelli che ogni giorno sanificano le aule non ci sarebbero, e se l'occupazione si prolungasse per giorni, questo sarebbe un problema.
Il distanziamento non seguirebbe delle regole ufficiali ma sarebbe a discrezione degli studenti, non garantendo quindi la sicurezza.
Occupare avrebbe come diretta conseguenza un ritorno in Dad per tutta la scuola, creando disagi agli studenti e ai professori.
Nonostante questi problemi, la scuola è stata occupata, costruendo le barricate, stilando un documento e srotolando lo striscione.
Si è scesi a patti con la preside e accettato l’autogestione, e questo secondo me, è stato un errore.
L’autogestione non era stata prevista, e quindi ovviamente neanche organizzata, non consentendo agli studenti di creare corsi interessanti e un calendario programmato. Inoltre la preside ha concesso solo due giorni, compromettendo così la possibilità di una autogestione online di più lunga durata.
Accettare una proposta del genere ha avuto un grande risvolto negativo: la perdita di credibilità della protesta e degli studenti, che hanno dato l'impressione di non voler davvero protestare, ma solo di trovare un escamotage per saltare scuola. Forse non era una impressione tanto sbagliata, dal momento che in poche ore l'eccitazione e l'adrenalina sono svanite, i valori per cui si era protestato accantonati, e dall’occupazione si è passati all’autogestione.
Io ci sono stata a scuola, e questo è quanto ho potuto constatare:
il distanziamento non era rispettato, gli studenti erano accalcati e molti senza mascherina
dietro le colonne c'era gente ammassata a fumare
c'è stato un fight club, su cui non mi esprimo ulteriormente, perché solo il nome è già tutto un programma
i corsi proposti sono stati seguiti sì e no da 20 persone, e il fracasso che faceva la gente dietro le colonne non consentiva di seguirli con attenzione
la regolazione di ingresso e uscita era disorganizzata, tant’è che il servizio di prenotazione era perfettamente inutile, perché io stessa sono entrata senza essermi registrata sul sito, e sebbene ci fosse un limite massimo di 100 persone che potevano entrare, questo non è stato rispettato.
Accettare l’autogestione secondo me ha vanificato l’intera protesta.
La sua gestione superficiale e disorganizzata ha messo in pericolo tutti gli studenti presenti e il personale ata. La scuola ha dovuto chiudere una settimana per la sanificazione delle aule. Questo ha sconquassato i programmi delle classi in quanto a compiti e interrogazioni, mettendo in difficoltà molti studenti.
Se ci fosse stata più consapevolezza e organizzazione da parte di tutti gli studenti(sui corsi di didattica alternativa che sono parte integrante di un’occupazione, sulle misure covid e sul dialogo che sarebbe avvenuto con la preside e la polizia) l'azione probabilmente avrebbe avuto molto più successo.
La mancanza di uno spirito forte e di organizzazione ha reso la protesta poco credibile, e non sono stati ottenuti risultati.
L'autogestione è stato un contentino della preside, che nessuno ha voluto e a cui la maggioranza degli studenti non ha partecipato.
Non ci sono lati positivi in questa vicenda: lo spirito di iniziativa e la voglia di agire degli studenti è stata oscurata dalla loro disorganizzazione e inadempienza, che ha fatto perdere forza al tentativo del Liceo Visconti di unirsi alla protesta portata avanti da molte scuole di Roma.
di Susanna Baldo
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