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La morte della sinistra

  • Immagine del redattore: Visconti Dimezzato
    Visconti Dimezzato
  • 21 mar 2020
  • Tempo di lettura: 7 min

La dimostrazione che già alla fine degli anni Ottanta dello scorso secolo la cosidetta cultura popolare aveva registrato la fine delle ideologie è in una canzone di Giorgio Gaber: "destra-sinistra", nella quale si nega l'esistenza di un conflitto reale tra i due storici poli dell'agone politico.

l'ideologia, l'ideologia/ malgrado tutto credo ancora che ci sia/ è il continuare ad affermare/ un pensiero e il suo perchè/ con la scusa di un contrasto che non c'è/ se c'è chissà dov'è.

L'autore si era allontanato dall'adesione alla sinistra da anni, sposando dunque un pensiero libero dalle ideologie, che convenzionalmente definiamo “qualunquismo”. Ma grazie alla sua ultima produzione nella quale avrebbe messo in musica il senso comune della destra nazionalista e xenofoba, comprendiamo quel fattore "x" che ha condotto la sinistra sull'orlo del baratro.

Penso al problema degli albanesi/ dei marocchini dei senegalesi/ bisogna dare appartamenti/ ai clandestini e anche ai parenti/ e per gli zingari degli albergoni/ coi frigobar e le televisioni [...] / Penso alle nuove povertà/ che danno molta visibilità/ penso che è bello sentirsi buoni/ usando i soldi degli italiani...

Ascoltando queste parole, possiamo quasi pensare siano state pronunciate da un qualche oratore dell'odierno fronte politico della destra. Infatti la strumentalizzazione delle tragedie non ha portato alla lunga alcun vantaggio alla sinistra. I risultati del 4 marzo 2018 hanno tolto qualsiasi dubbio sulla sconfitta storica della sinistra, se si considera l'ostilità per gli immigrati un tratto caratteristico della cultura di destra; questa infatti ha trionfato in Italia con i 65% dei consensi (Lega, Forza Italia, M5S, Fratelli d'Italia) e con il 32% della Lega alle elezioni europee del 26 maggio 2019. Per farla in breve un blocco ideologico ha sradicato l'altro. (Se vogliamo sottolineare il declino delle vecchie ideologie, possiamo dunque dire che una nuova -definita convenzionalmente populista- sembra trionfare oggi).

COME SI E' ARRIVATI A QUESTO PUNTO ?

La vittoria deriva dalla capacità delle nuove destre di offrire agli elettori un avatar ideologico dei benefici del welfare state (in via di estinzione). In una situazione precaria del lavoro, di salari ridotti, di incertezza il nazionalismo, la difesa dei valori tradizionali e le accuse contro i migranti e le Ong che li salvano funzionano ad hoc come distrazioni di massa; dunque la difesa da "questi problemi " appare garantita solo dal modello dell'uomo forte che ad oggi i popoli bisognosi inquadrano in personaggi come Putin, Erdogan, Orban, Salvini.

Oggi infatti le ideologie infatti possono essere definite come impasti di realtà e illusione, di reale e di immaginario. Il potere dei media interattivi ha reso le ideologie sempre più indipendenti dal mondo reale, tant'è che gli esiti di diverse indagini mostrano che la maggioranza degli italiani ha una percezione distorta e iperbolica delle migrazioni; ad esempio secondo la maggior parte dell'opinione pubblica italiana, i musulmani residenti in Italia sarebbero circa il 20% mentre in realtà superano di non molto il 3%.

Inoltre il consolidamento dei social media interattivi (quali Facebook, Twitter...) fanno sì che gli utenti intervengano direttamente in rete, manifestando le proprie opinioni e creando comunità virtuali che man mano vanno sostituendo i media generalisti (quali stampa, radio, tv). Ciò comporta il passaggio a una sorta di pesudo-democrazia digitale e plebiscitaria; questo perchè l'attivismo degli utenti crea in loro l'illusione del possesso e del controllo della verità. Tutto questo ci indirizza ad un'altra condizione fondamentale per l'egemonia della destra: la capacità dei leader più spregiudicati (sopratutto di destra appunto) di parlare direttamente al "loro popolo", permettendogli anche di sfruttare l'espressività online ai fini di un ampliamento del consenso, poichè si ha la possibilità di premere sulle paura e l'ignoranza della nazione. Ciò appare evidente nel cinismo del "capitano": costui -al contrario di ciò che propagandava- non ha agito in alcun modo sulla riforma di ammissione degli stranieri sul territorio della UE (il sistema Schengen obbliga il primo stato in cui accedono a registrarli); tutto il contrario, ha chiuso i centri di protezione di migranti e rifugiati, facendo aumentare il numero degli irregolari, solo per solidificare la sua immagine di nazionalista. Costui ha anche chiuso per qualche tempo i porti alle navi delle Ong per rafforzare a suo vantaggio la mitologia dell'invasione; insomma Guccini canterebbe "una politica che è solo far carriera". Eppure forse è stato fatto anche di peggio precedentemente, e ad oggi ancora nulla è cambiato; mi riferisco agli accordi che il ministro del Pd Minniti ha stipulato nel 2017 con le milizie libiche, rifornendole di armi e di denaro, in cambio del ritorno nei loro lager dei migranti espulsi (circa 40'000) e ad oggi il subentrato governo giallo-rosso non ha cambiato nulla.

NONOSTANTE TUTTO, AMARE E DIFENDERE COME FOSSE UNA MADRE LA DEMOCRAZIA - TANTO PER LA DESTRA QUANTO PER LA SINISTRA.

(I nomi suddetti sono scelti appositamente perchè ritenuti -personalmente- antidemocratici)

La democrazia è luce. La democrazia è ragionamento.

E' vero che ad oggi siamo giunti ad un punto tale che la democrazia si sta rilevando fallace, insufficiente e tutt'al più sulla rotta della demagogia.

Ma difendete sempre l'esistenza stessa di un pensiero idealista e non utopistico come quello della vera democrazia! Quest'ultima è il portato di una millenaria esperienza alla base della quale sono l'eguaglianza degli uomini ed il loro dirittto innato alla ricerca della felicità.

Essa è una declinazione al plurale, nella quale coesistono e si confrontano idee e opzioni più diverse accomunate dalla tensione di realizzare il bene pubblico, fine supremo del dialogo democratico. Deve essere dunque madre per tutti, non madre con alcuni e matrigna per altri, solo a questo punto da tutti sarà difesa.

E' chiaro come il Sole infatti che le riforme vanno attuate percorrendo sempre il binario della Carta Costituzionale, ed è necessario che gli articoli che essa esprime non rimangano lettera morta; sarebbe da ingrati e folli non riconoscere o dimenticare che dietro ogni singolo articolo che essa sancisce si celi il sangue di centinaia e centinaia di giovani che sono caduti, lottando e sacrificandosi per assicurarci la libertà (almeno alla maggior parte di Noi, per il momento). Dobbiamo dunque difendere la Nostra Repubblica, a denti stretti poichè appartiene al popolo ed è una Nostra conquista, che non ci è stata servita in un vassoio d'argento. Teniamolo sempre ben appuntato nelle nostre menti perchè non possiamo entrare nel futuro (cercando per quanto mi riguarda di garantire la libertà veramente a tutti*) senza ben sapere da dove veniamo e chi siamo.

Deve essere passione e dovere prioritario di ognuno di noi la protezione di questa imperfetta democrazia perchè è l'unico possibile blocchetto di partenza per auspicare ad una scoietà completamente libera. Per quanto di fatto, la grandissima maggioranza dei cittadini sia esclusa da ogni forma di decisione politica resta, per citare Churchill "la peggiore forma di governo, escluse tutte le altre". Peggiore, nel senso che i suoi limiti sono sotto gli occhi di tutti. Ma la sola esistente, minacciata com'è da una parte dal mito del governo di un uomo solo, e dall'altra dal sogno di un governo diretto dal popolo del tutto inattuabile in società complesse come quelle odierne.

Perché c’è chi, come me, non è tuttavia ancora soddisfatto. Chi, come me, disprezza il tempo in cui vive che non ha la forma dell'evoluzione ma bensì quella della "storia". Ma non smetto di sognare e di lottare affinchè un giorno si possa realizzare il più arduo degli obiettivi: una società che sia un prendere e donare reciproco; la solidarietà umana realizzata sui principi della libertà e della giustizia sociale. Questo binomio inalienabile -a parer mio- è il paradigma da una parte di una esigenza immanente dello spirito umano, e dall'altra impedisce al singolo di ignorare la collettività di cui è parte spronandolo ad esaltare la propria personalità nella solidarietà con gli altri membri.

Collettività che sia veramente libera, e che questi tempi prepotenti e individualisti ancora non possono garantire. Non reputo ancora del tutto libero un Paese, ove una madre non sa come sfamare le sue creature, ove un uomo non trova lavoro. Infatti se ci pensiamo i rapporti capitalistici perpetuano forme di asservimento. E' l'impossibilità di vivere con qualsiasi altro mezzo che costringe i contadini a zappare la terra di cui non mangeranno i frutti, e i muratori a costruire edifici che non abiteranno; è il bisogno che li costringe a mettersi in ginocchio dinanzi a un ricco per avere da lui il permesso di arricchirlo. Riflettendoci bene uno schiavo era prezioso per il padrone con tutto il denaro che gli era costato, ma l'operaio non costa nulla al ricco che gli dà lavoro, poichè se non accetta le condizioni sarà scartato e il datore di lavoro avrà sicuramente altri disperati disposti ad occupare quella mansione. Ad oggi definiamo questi uomini privi di padrone, ma in realtà ne hanno uno che è il più terribile e imperioso di tutti: IL BISOGNO, e questo li riduce nel più crudele stato di dipendenza. Lo stimatissimo e apprezzato Sandro Pertini affermava "gli uomini per essere liberi, è necessario prima di tutto che siano liberati dall'incubo del bisogno" e ancora "gli uomini bisognosi non sono liberi; gli affamati e i disoccupati sono il materiale con il quale si edificano le dittature" ...dimostrazione nostrana e contemporanea di quanto sia pericolosa una società ancora schiava della necessità è stata la patetica ma potenzialmente pericolosa richiesta di pieni poteri da parte di Salvini il 9 agosto 2019 che esprime la tentazione di una unificazione politico-culturale della società sotto le insegne del sovranismo.



Questo dimostra che nel mondo odierno esistono purtroppo ancora molte situazioni nelle quali invece dell'impero della legge predominano l'arbitrio, la violenza morale e materiale, la sopraffazione. Il potere dell'uomo sull'uomo è un male in sè; l'aspirazione alla libertà è ciò che definisce l'uomo in quanto tale. Vorrei concludere questo testo con un esortazione del già citato Pertini "Sii sempre, in ogni circostanza e di fronte a tutti un uomo libero e pur di esserlo sii pronto a pagare qualsiasi prezzo. Ma tu cesserai d'essere un vero uomo libero, per divenire solo un libero animale egoista, abbandonato ai suoi istinti, se non ti adopererai perchè libero come te sia il tuo vicino."


di Luca Dossi

 
 
 

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