Il IV ginnasio e il Covid
- Visconti Dimezzato
- 28 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
L’inizio del liceo è una momento importante per tutti gli studenti: è al liceo che nascono le amicizie che ti porterai dentro per tutta la vita, dove farai nuove esperienze e dove ti formerai sia culturalmente che socialmente. Purtroppo, noi classi del 2006 non abbiamo avuto la fortuna di iniziarla in un periodo storico “normale” a causa del virus che sta provocando crisi economiche e morte in tutto il mondo, il COVID-19.
Era il 4 marzo 2020 quando il Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina ci fece il “regalo” di una vacanza pasquale anticipata: due settimane di riposo, senza compiti dato lo scarso preavviso con cui ci era arrivata la notizia. Mentirei se dicessi che non ero contento al sentire ciò: una pausa per poi ritornare alla quotidianità, cosa poteva mai andare storto?
Invece i giorni passano e i tempi si allungano, inizia la dad: a scuola non si tornerà prima dell’anno prossimo. Un colpo basso, perdere gli ultimi mesi di un percorso, iniziato tre anni prima, che doveva raggiungere il suo apice con l’esame. Perdere i passaggi di un percorso così importante ha sicuramente provocato una serie di emozioni contrastanti: non potevamo biasimare nessuno per tutto ciò, se non un’entità invisibile ai nostri occhi ma capace di uccidere. Alla fine però la vita non può essere tutta rosa e fiori, bisogna adeguarsi a ciò che accade.
Per me e per tutti i miei coetanei l’attenzione ricade quindi su un’altra data, non più il 7 giugno, la data in cui avremmo potuto salutare tutti i nostri compagni e i professori, ma la data (rimasta incerta fino all’ultimo) che ci avrebbe permesso di fare l’esatto opposto, ovvero conoscere nuovi compagni e un nuovo corpo docente, il 14 settembre.
Come è risaputo le giornate estive passano in fretta, infatti quella data tanto importante ci mette poco ad arrivare: le imponenti mura del Visconti circondano noi studenti di IV ginnasio pronti ad iniziare un nuovo percorso. I volti dei ragazzi esprimono un misto di ansia e curiosità, pieni di aspettative, tutti radunati nel cortile nell’attesa di sentire finalmente il proprio nome pronunciato dalla Preside.
Al termine della formazione delle classi, quando la Dirigente ha nominato l’ultimo neo-liceale, la soddisfazione e la curiosità sostituiscono completamente l’ansia e la paura.
I professori preannunciano che questo non sarà un anno come gli altri, in quanto limitato dalle norme anticovid, non potremo fare uscite didattiche o lavori di gruppo, e il rischio di tornare in dad, seppure non fosse prevista per noi quarte ginnasiali, non è mai del tutto scongiurato. Le prime settimane, almeno sembravano quasi un ritorno alla normalità: la mattina prendo i mezzi per arrivare a scuola, la lezione è in presenza seppur rispettando le distanze e indossando la mascherina, la ricreazione la possiamo svolgere nel cortile iniziando a conoscere altre “matricole” come noi. Cominciano le prime uscite con i compagni di classe a Villa Borghese o a via del Corso: sembra andare tutto al meglio, nonostante la curva dei contagi cominci a risalire e spaventare tutto il paese, la scuola sembrava quasi un luogo immune a tutto ciò, rimanendo priva di contagi. Mi arrivavano infatti notizie di alcuni miei amici di altre scuole, anche loro al primo anno, costretti a una quarantena forzata per qualche compagno di classe positivo. Basta poco purtroppo, per far si che anche il Visconti torni a dover fare i conti con la realtà: nella scuola vengono trovati i primi casi positivi, molti professori finiscono in quarantena, tant’è che molte classi, la nostra compresa, tornano in dad. La dad è vero, ha dei vantaggi, come per esempio nel mio caso, risparmiarsi un’intera corsa di 8, ma almeno a parer mio, gli svantaggi sono molti di più. Iniziare materie a me del tutto sconosciute come il greco a distanza non è per nulla facile. La dad limita anche la nostra possibilità di conoscerci meglio tra compagni, ma purtroppo il mezzo per cui il virus si diffonde è proprio il contatto tra persone, quindi dovremo farne a meno almeno per un altro po’. Non penso che la dad possa sostituire la didattica in presenza, ma purtroppo al momento sembrerebbero non esserci alternative.
La situazione di noi IV ginnasi, ma più in generale degli studenti di tutta Italia purtroppo è questa, a parer mio è inutile cercare di trovare un colpevole, un qualcuno contro cui puntare il dito, la situazione poteva essere sicuramente gestita meglio, ma dopotutto la colpa è da attribuire soprattutto a quel male che in meno di un anno ha già causato più di un milione di morti nel mondo e quasi cinquanta milioni di contagiati. La speranza è ovviamente che tutto possa tornare alla normalità per come la intendiamo noi al più presto, nel frattempo l’unica cosa che si può fare è aspettare, con la speranza che anche noi matricole potremo vivere un Visconti normale, senza restrizioni. di Vincenzo Macrì
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