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Ciao Marco!

  • Immagine del redattore: Visconti Dimezzato
    Visconti Dimezzato
  • 19 nov 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Forse dovremmo tutti sorridere. Forse dovremmo tutti illuminarci della stessa contagiosa energia e della stessa solarità che ci donava ogni giorno in classe. Forse dovremmo riempirci lo sguardo della stessa positività con cui ci raggiungeva, anche solo un po', ogni giorno. Pensando a come onorare al meglio la memoria del professore questo mi è venuto in mente. E mi è venuto anche in mente che la parola professore non è adatta.

Non è abbastanza.


Non è facile fare breccia nel nichilismo adolescenziale, creare empatia con dei ragazzini quarant'anni più giovani, che di solito non prestano molto attenzione nè alla materia nè a chi la insegna.

Ma il professore ci era riuscito.

E ci era riuscito senza compiere chissà quali gesti stravaganti; ci era riuscito riportando l'attenzione di tutti su qualcosa che raramente ottiene l'importanza dovuta.

L'umanità.

L'umanità intesa nella sua completezza, intesa come comprensione, altruismo, generosità, disponibilità, empatia, buonumore.

Per questo "professore" non va bene.

Non è abbastanza.

Noi dobbiamo ricordare Marco.

Quando muore una stella, quando va via la luce, lo sconforto e il buio si impossessano di noi.

Ma la vera vittoria sul buio, si ottiene quando la perdita di una stella insegna a tutti gli altri come brillare.

E meglio di ogni lezione di matematica, Marco questo ce lo ha insegnato.

Ciao Marco!

di Nicolò Norcia

 
 
 

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